Complesso monastico scavato in un canyon delle Colline Sumber, caratterizzato da un’architettura sobria e massiccia, con muri in pietra grezza e poche aperture. L’accesso principale è un portone ad arco sorvegliato, mentre all’interno si trovano un cortile centrale, celle monastiche, sale di preghiera e aree di addestramento. L’ordine residente, di ispirazione ascetica, pratica arti marziali e meditazione, venerando l’elemento terra come forza di stabilità e resistenza. L’ingresso è consentito solo a iniziati o visitatori autorizzati, e le attività interne sono celate agli estranei.
Nella quiete ingannevole della notte, gli eroi bussano al portone del Monastero della Pietra Sacra, presentandosi come i Latori di Sventura, emissari già incontrati a Red Larch. Con voce ferma, annunciano la caduta del sacerdote della Terra, celando la verità dietro una menzogna calcolata. Le porte si aprono e il gruppo viene introdotto nelle sale spoglie e silenziose del monastero.
Vengono condotti al cospetto di Qarbo, alto sacerdote del culto della Terra, figura asciutta e dall’aria sprezzante. Con arroganza, deride la loro presunta debolezza e li ammonisce: la badessa deciderà la loro sorte all’alba. Con un gesto autoritario, ordina di rinchiuderli nelle celle. Ma la minaccia del giudizio non piega la determinazione del gruppo.
Nella notte, sfruttando l’oscurità e i passaggi silenziosi, gli eroi esplorano i corridoi e le stanze del monastero. Nel scriptorium, tra pergamene e polvere, rinvengono un documento inquietante: il testamento di Marlos Urnrayle, che annuncia l’arrivo imminente di una forza primordiale — la grande montagna eterna — destinata a rimodellare il mondo.
Con questa rivelazione tra le mani, lasciano il monastero prima dell’alba, evitando lo scontro diretto, e si dirigono verso gli aarakocra, nella speranza di ottenere alleati prima di fare ritorno a Red Larch. Ma ciò che hanno scoperto getta un’ombra lunga sulla valle e sui giorni a venire.