La Società delle Dita Argentee non è una semplice gilda di borseggiatori e criminali: i suoi ladri elitari mettono a segno colpi impossibili, rubando gioielli della corona, segreti di stato e altre ricchezze fortemente sorvegliate.
Decenni fa, l’elfa Nixylanna Vidorant si unì all’organizzazione, iniziando a collaborare con un nano chiamato Samphith Barbadoro. I due, amichevoli rivali, erano una coppia formidabile: Vidorant eccelleva nello scassinare serrature e nell’infiltrazione, mentre Barbadoro sfruttava i suoi contatti e la sua scaltrezza per pianificare i colpi e cavarli dai guai.
La loro collaborazione si ruppe bruscamente dopo il furto del diadema di rubini di Erlynn la Beata, cimelio di cui Barbadoro, discendente della regina, reclamava il possesso. Durante il colpo, i due si trovarono circondati da guardie: Vidorant fuggì col diadema, Barbadoro fu catturato. Rilasciato grazie a potenti conoscenze, il nano accusò l’elfa di averlo incastrato; lei, invece, lo accusò di incapacità.
Da allora, la rivalità si trasformò in odio. Con la morte del capo della Società, Barbadoro ottenne la leadership grazie alla sua abilità politica, estromettendo Vidorant e minacciando ritorsioni contro i suoi alleati.
Per umiliarla, Barbadoro lanciò una sfida pubblica: chiunque fosse riuscito a rubare il diadema di rubini a Vidorant avrebbe ottenuto un favore dal nuovo capo della Società. Ora, il prezioso cimelio è custodito in un caveau alla periferia della città, protetto da ogni genere di sicurezza.
«Salve, agenti. Un diadema, appartenuto a un’antica regina nanica, è nelle mani della ladra esperta Nixylanna Vidorant. Il discendente della regina, Samphith Barbadoro, vorrebbe riaverlo e il Caveau Aureo pensa sia conveniente allearsi con la Società delle Dita Argentee.
Se deciderete di intraprendere questa missione, dovrete infiltrarvi nel caveau di Vidorant e recuperare il diadema. Intanto andate da Barbadoro. Buona fortuna, agenti.»
Waterdeep. Il porto avvolto da una nebbiolina sottile, i vicoli odorosi di pece e pesce secco. Da qualche tempo gli agenti del Caveau hanno trovato rifugio in una locanda poco lontana dal quartiere delle banchine, tentando di mantenere un basso profilo.
Quella mattina, prima ancora di ricevere il nuovo incarico, la porta si apre bruscamente: entra il sergente Cromley. L’uomo, alto, con gli occhi infossati da chi ha visto troppe verità scomode, li osserva a lungo prima di parlare.
La voce è ferma, senza bisogno di alzarsi di tono.
Ha collegato una lunga scia di eventi: i fatti di Varkenarx, il casinò, il fuorilegge consegnato in un barile, gli strani spostamenti “giustificati” da Meera per i suoi “collaboratori”.
Cromley ha capito quasi tutto — tranne ciò che riguarda le missioni nel sottosuolo e a Sinegaudio — e ammette di condividere la bontà degli obiettivi. Ma avverte:
«Nella mia città non tollererò certi metodi. Una volta, posso chiudere un occhio. Alla prossima, pagherete il prezzo.»
Poco dopo, l’incarico. Un diadema rubino appartenuto alla regina Erlynn la Beata è custodito da Nixylanna Vidorant, ladra di fama e rivale di Samphith Barbadoro, discendente della regina.
Barbadoro li riceve in un ufficio affacciato sul porto: un uomo robusto, barba curata, occhi di chi non dimentica i torti. Li informa della posizione del caveau e della ricompensa, insistendo sulla necessità di agire rapidamente e in silenzio.
Il gruppo al completo — Anistirc, Merean, Khùm, Emy, Lamaca, Nymriel e Zarek — si apposta in una casa disabitata di fronte all’edificio che ospita il caveau.
Per due giorni, le tapparelle restano abbassate e le finestre fanno da punti di osservazione.
Annotano turni di guardia, percorsi di ronda, ingressi secondari, uscite di sicurezza. Parlano poco: agire in casa propria, in una città dove sono riconoscibili, significa correre rischi altissimi.
La sera stabilita, tutto è pronto. Ma quando stanno per muoversi, Merean svanisce nel nulla. Anistirc resta di guardia fuori.
Gli altri si dirigono sotto il balcone scelto come punto di ingresso, dove stazionano le uniche due guardie fisse. Lamaca e Zarek si arrampicano primi: movimenti silenziosi, mani che trovano presa sulle cornici di pietra.
Lamaca tenta un incantesimo di sonno — ma fallisce. Le guardie reagiscono di scatto, urlano allarme.
Lo scontro è rapido e violento: Khùm e Nymriel intervengono, immobilizzando le due sentinelle prima che possano dare l’allerta definitiva.
Lamaca lancia un’invisibilità di gruppo e Emy assume le sembianze di una delle guardie. Quando i rinforzi arrivano, Emy riesce a convincerli che si è trattato di un falso allarme. La tensione si allenta, ma il margine di errore è ormai ridottissimo.
L’interno dell’edificio odora di legno antico e polvere di velluto. Sale rivestite di tappeti, vetrine con reliquie, specchi e lampade a olio che oscillano leggermente.
Il gruppo avanza rapido e in silenzio fino a un corridoio seminterrato: lì, dietro una porta di metallo, si trova il caveau.
La serratura cede senza difficoltà ad Anistirc, richiamato brevemente dall’esterno per questa parte delicata.
All’interno, sotto campane di cristallo e griglie dorate, brillano oggetti di valore inestimabile. Ma gli occhi si posano subito su una teca con il diadema.
Lamaca disinnesca le trappole magiche, un ultimo sguardo d’intesa, e il diadema è nelle loro mani.
Sulla via del ritorno, una figura femminile appare all’improvviso nel corridoio: Nixylanna Vidorant.
L’elfa sorride, i capelli raccolti, l’aria di chi non ha bisogno di armi per far paura. Propone uno scambio: il diadema per informazioni preziose e immunità.
Il rifiuto è immediato. Vidorant si dilegua come un’ombra.
Dalle tenebre emerge una figura alta, mascherata, avvolta da un’aura di potere caotico. Non brandisce armi, ma le mani nude sprigionano energia oscura.
Prima che possano reagire, il mondo si spezza: attorno a loro si apre una dimensione specchio, un reame instabile di ombre e geometrie deformate, dove pavimento e cielo si confondono.
Un incantesimo li colpisce: i corpi si scambiano, lasciando ognuno intrappolato nella fisicità di un altro. Confusione, rabbia, istinto di sopravvivenza.
Il combattimento è brutale: fendenti mancati per mani inesperte, colpi che sembrano rimbalzare sul nulla, urla soffocate nel vuoto irreale.
Ma l’unità del gruppo prevale: la figura mascherata cede sotto la loro forza combinata.
Il corpo cade, e sotto la maschera appare Selina, corrotta e irriconoscibile. Appena il respiro si spegne, il suo corpo si dissolve in una colata oscura, lasciando solo la maschera e un paio di anelli rinforzati.
Il mondo si ricompone, riportandoli nel corridoio del caveau.
Sul balcone compare Anistirc: «È ora di andarsene.»
Si calano rapidamente, ma ecco Merean che riappare, come sempre ricoperto di sangue.
Dalla strada, si odono le urla concitate della milizia di Waterdeep in avvicinamento. Si disperdono, ma non tutti sono abbastanza rapidi:
Emy viene sorpresa mentre lancia un incantesimo di camuffamento,
Zarek è visto allontanarsi dall’edificio,
Merean attira attenzione per il suo aspetto insanguinato.
Gli arrestati vengono portati in caserma e interrogati. L’aria è pesante, finché il sergente Cromley non entra nella stanza: un ammonimento secco e una multa salata, nulla più.
Tornati alla locanda, Barbadoro paga le monete d’oro pattuite.
Ma quando Lamaca gli mostra alcuni documenti sottratti dalla scrivania di Vidorant, il nano non esita: altre monete passano di mano, in oro sonante.
La missione è conclusa… ma le ombre lasciate alle spalle a Waterdeep sono fitte, e il nome di Selina brucia ancora nella memoria.
Riepilogo
❌ Il Mistero di Melmoscura
✅ La Mossa Stigia
✅ Puntare alle Stelle
✅ Prigioniera n°13
✅ Ingranaggi Selvaggi
✅ Furto su Tela
❌ Voce dall’Oltretomba
✅ Il Caveau di Vidorant