Il Livello 8 è un’enorme palude sotterranea, un ecosistema alieno di fanghi stagnanti, funghi bioluminescenti e rovine sommerse.
L’area è abitata da bullywug che venerano forze oscure, un tempo unite sotto il dominio mentale di uno Slaad della Morte. In contrapposizione si ergono le Naga Spirituali, antiche custodi delle acque, che cercano di spezzare la corruzione dilagante.
Numerosi templi dimenticati, trappole di gas velenosi e portali sigillati testimoniano una storia di culti e invasioni extraplanari. La pericolosità del terreno – con fanghi profondi, spore nocive e creature anfibie – rende la navigazione difficile, e ogni passo può nascondere un pericolo mortale.
Le scale che discendono dal precedente piano si aprono su un mondo di umidità e silenzio spezzato solo dal frinire degli insetti.
Davanti agli eroi si stende una palude innaturale, illuminata da funghi bioluminescenti e percorsa da pozze torbide. L’aria è pesante, satura di spore, e ogni respiro sembra strappare volontà e coraggio.
Su quell’oceano di marciume vivono i bullywug, uomini-rana che seguono l’oscura volontà di un signore non del loro mondo: Kuketh, uno Slaad della Morte.
Non tutti, però, piegano il capo: fra i giunchi e le rovine antiche si annidano le Naga Spirituali, che offrono resistenza e cercano alleati per spezzare l’influenza del mostruoso usurpatore.
Gli eroi avanzano con cautela, attraversando stagni e sentieri nascosti. I bullywug li osservano, ma le parole arcane di Gniomio riescono a placare la diffidenza e a permettere il passaggio verso l’isola sacra.
Qui li attende il Gran Capo, un essere grottesco la cui mente rivela tracce di un potere estraneo: la scintilla dello Slaad. Il suo corpo anfibio cela un cuore dominato da Kuketh, e la sua voce risuona telepatica come un eco distorto.
“Non vi ostacoleremo, se porrete fine ai nostri nemici”
Gli eroi, pur diffidenti, accettano l’accordo: la guerra è dichiarata.
Avanzando nella palude, il gruppo trova una visione di morte: lo scheletro di una Naga, le ossa spezzate sparse come avvertimento. Ma è un inganno, un’illusione che svanisce nel nulla.
Proseguendo, incontrano le Naga Spirituali in carne e squame, antiche custodi di quell’ecosistema. Il loro disprezzo per Kuketh è profondo quanto l’odio per i bullywug. Dopo un duro confronto verbale – tra le lusinghe maldestre di Elibolg e l’oratoria sottile di Aralith – un fragile patto viene suggellato:
abbattere Kuketh
liberare la palude dalla sua corruzione,
garantire agli eroi ricchezze, magia e un passaggio sicuro verso i piani più profondi.
La caccia comincia.
I troll che pattugliano le grotte cadono rapidamente sotto il fuoco di Gniomio e la lama di Ordak. L’esplorazione rivela antichi portali dimenticati, sigillati da rune e colonne di pietra, segni di un potere che precede Halaster stesso.
L’isola del potere di Kuketh è difesa da rane giganti e da un’Idra evocata come guardiana. Lo scontro è brutale: Aralith rischia la vita, Elibolg abbatte mostri come spighe di grano, Lorelain chiama a sé gli spiriti degli antenati per erigere cerchi di protezione, e Gniomio scatena una tempesta di fuoco.
Poi, Kuketh, lo Slaad della Morte, emerge dalle acque: artigli che gocciolano putrefazione, occhi che brillano di follia aliena. Lo scontro è feroce. Kuketh cerca di spezzare la mente di Gniomio, attirandolo nella sua corruzione. Ma gli eroi resistono: un colpo finale di Aralith abbatte la creatura, spegnendo il legame che teneva in pugno i bullywug.
Dal diario di Gniomio: “Lo Slaad mi voleva, mi chiamava. Ma il fuoco è più forte della paura, e oggi io respiro ancora.”
Con Kuketh distrutto, le Naga Spirituali accolgono gli eroi come liberatori. Ricchezze e pergamene vengono offerte, e l’accordo per un passaggio sicuro è rispettato.
Ma la pace è fragile e ingannevole.
Nel cuore di un antico tempio dedicato a una divinità serpentina, gli eroi trovano un comparto segreto, nascosto tra le ombre di colonne infrante e statue erose.
Al suo interno, una candela magica, intrisa di un potere oscuro e dormiente.
Appena Lorelain la afferra, le porte si richiudono di scatto e dalle crepe nel pavimento comincia a salire un fumo verde e denso.
Il veleno inonda la stanza.
In quel momento di panico, Gniomio, affidandosi alle sue arti arcane, assume una forma gassosa e si insinua oltre le fenditure.
Dal diario di Gniomio: “Non ero certo del successo. Ma il fuoco ha sempre un’uscita, anche nella nebbia della morte.”
Riesce ad aprire un varco e salva i suoi compagni dal soffocamento.
Scampato il pericolo, il gruppo prosegue: nel labirinto paludoso, trovano infine il portale perduto, sigillato e nascosto tra pareti muschiose e colonne scolpite. È la chiave per proseguire la discesa verso le profondità.
Il Livello 8 è ormai alle loro spalle, e il richiamo del potere li guida, sempre più vicino al cuore della follia di Halaster.
Il giogo dello Slaad della Morte è spezzato, e la palude sotterranea respira di nuovo. Le Naga Spirituali mantengono i patti: doni, pergamene arcane e un passaggio sicuro vengono concessi agli eroi.
Ma la pace è solo apparente. Il tempio serpentino, le trappole velenose, e le ombre spettrali rivelano che un male antico ancora serpeggia tra le rovine.
Solo trovando il portale perduto, nascosto fra acque stagnanti e gas letali, il gruppo può proseguire la sua discesa.
Il cuore del dungeon li attende. E con esso, l’eco lontana della follia di Halaster.