Il Settimo Livello è dominato da un’immensa caverna con un monolite nero sormontato da un castello miniaturizzato: chiunque vi entri viene rimpicciolito.
All’interno: stanze arredate e incantate, portali inaccessibili, servitori invisibili e reliquie magiche.
Due poteri si oppongono: il drago fatato Otto, prigioniero e dispettoso, e l’omuncolo di Maddgoth, immortale custode del castello.
Fuori, giganti delle pietre privi di memoria pattugliano le caverne.
Il livello offre più enigmi morali che battaglie: scegliere un lato del conflitto o abbandonare tutto intatto.
Il gruppo lasciò alle spalle il caos del piano precedente e scese nel Settimo Livello, ritrovandosi spaesato in un mondo di caverne enormi e giganti senza memoria.
Un incontro con un’orsa dormiente accese subito l’ira di Elibolg, trascinato ancora una volta dalla sua arma maledetta verso la distruzione.
Gli altri eroi, schieratisi a difesa della creatura innocente, riuscirono a disarmarlo grazie alla magia di Gniomio e alla fermezza di Lorelain, che invocò la propria divinità per spezzare la corruzione.
Il conflitto interno, però, era solo l’inizio di una serie di prove che avrebbero messo alla prova non solo la forza, ma anche la coesione del gruppo.
La strada portò a una sala immensa con un monolite nero al centro di un crepaccio profondo.
Sulla sua sommità, un castello in miniatura sospeso nella magia, accessibile solo a chi accettava di essere ridotto nelle dimensioni.
Elibolg, in preda alla rabbia, si gettò nel vuoto, sopravvivendo solo grazie alla sua furia, mentre gli altri si ingegnavano per scalare e raggiungere la struttura sospesa.
Qui conobbero l’esistenza di un drago fatato, la cui magia di confusione mentale e la sua richiesta di aiuto rivelavano una guerra segreta con il custode del castello, l’omuncolo di Maddgoth.
All’interno del castello, ora minuscoli, i nostri eroi trovarono stanze perfettamente arredate e animate da servitori invisibili e meccanismi incantati.
Lorelain intuì che ogni oggetto celava incanti antichi; Gniomio ne analizzò i segreti, trovando pergamene rare e reliquie magiche; Ordak vigilava con spada alla mano, mentre Aralith teneva sotto controllo un Elibolg sempre pronto a perdere il controllo.
In una sala, una creatura gigantesca offrì la propria alleanza in cambio della sconfitta del drago, mentre in altre trovarono:
Cucine animate dove vennero serviti da mani invisibili;
Mobili forgiati da tomi di magia, infranti nonostante le protezioni;
Un essere imprigionato in un ottobasso, liberato e subito abbattuto quando si rivelò ostile.
Ogni incontro alimentava il dubbio: chi era la vera minaccia? Il drago che reclamava libertà o l’omuncolo custode dell’ordine?
Proseguendo, trovarono portali protetti, camere segrete vuote, e un archivio distrutto dal glifo che punì l’ennesima irruzione di Elibolg.
Un cadavere carbonizzato con una bacchetta spezzata rivelava che altri, prima di loro, avevano tentato e fallito.
Nel piano superiore, pipistrelli mutaforma si trasformarono in mostri alati, sconfitti solo con determinazione; la ricompensa fu una pergamena d’immenso potere.
Lo scontro decisivo arrivò contro l’omuncolo di Maddgoth stesso: un essere tenace, quasi invincibile, che, una volta distrutto, si dissolse nel nulla, pronto a ricomporsi poco dopo, come aveva predetto il drago.
Infine, raggiunsero il tetto del castello: il drago fatato implorò un’ultima volta di rimuovere l’omuncolo e restituire ciò che era stato rubato.
Elibolg, frustrato, tentò di distruggere la statua centrale del giardino, ma la magia del castello resistette.
Gli eroi decisero di non prendere parte pienamente al conflitto e lasciarono il castello, riacquistando la loro dimensione originaria.
Il drago, rimasto piccolo e liberato dalla maledizione del castello, fu lasciato andare, mentre i giganti smemorati continuavano a vagare senza memoria né ostilità.
Con nuovi poteri acquisiti e la coscienza segnata dalla consapevolezza di aver sfiorato un enigma che trascendeva il semplice bene o male, il gruppo si diresse verso l’Ottavo Livello, dove li attendevano prove ancora più oscure.
Lasciato alle spalle il Castello di Maddgoth, gli eroi si portarono via più dubbi che certezze: il drago fatato era stato liberato, l’omuncolo immortale continuava a custodire il castello, e i giganti maledetti vagavano ignari.
Nonostante la follia del luogo, il gruppo ritrovò una fragile unità e un potere nuovo nelle vene.
Senza voltarsi, scesero verso l’ottavo Livello, consapevoli che le prove del Mago Folle sarebbero state ancora più oscure.