Rientrati a Phandalin e con l’equipaggiamento rimesso a nuovo, gli eroi non persero tempo: un nuovo incarico li attendeva sulla bacheca del borgomastro.
Missione del Colle del Drago
Lungo la strada per Verdinverno riposa un antico eroe, celebre per aver sconfitto il drago verde Azdraka con una leggendaria spada ammazza-draghi. L’arma era stata sepolta con lui, nel tumulo del Colle del Drago. Recuperarla significava ottenere una risorsa fondamentale per il futuro scontro con Criovenn.
Il viaggio verso il colle fu rapido. Lungo la via incontrarono Xanth, un centauro fuggito dal Bosco di Verdinverno, che mise in guardia il gruppo sulla presenza di incantatori mezzorchi.
La notizia della caduta del culto di Talos rasserenò Xanth, che si congedò per tornare finalmente a casa.
Il colle si rivelò artificiale: una sommità insolitamente pianeggiante sormontata da rocce bianchissime, simili ad artigli che si protendevano verso il cielo. Alla base di una di esse, il gruppo scoprì un passaggio segreto che conduceva nelle profondità del tumulo.
All’interno, i sarcofagi degli eroi che un secolo prima avevano sconfitto Azdraka giacevano in silenzio, mentre le ossa del drago stesso erano incastonate nelle pareti, come monito e trofeo. Al centro della cripta, sul teschio del drago, riposava una spada lunga scintillante: l’Ammazza-Draghi.
Non appena l’arma fu sollevata, un cacciatore invisibile – guardiano arcano della reliquia – scattò all’attacco. Fu uno scontro insidioso, con un nemico quasi impossibile da individuare, ma l’abilità congiunta di Elfeder, Tiamantha e Arcibaldo ebbe la meglio.
L’Ammazza-Draghi era loro, e il peso del futuro scontro con Criovenn ora sembrava un po’ più leggero.
Di ritorno a Phandalin, gli eroi scelsero un nuovo incarico:
Missione della Miniera d’Oro dello Zoccolo del Monte
Scortare il nuovo supervisore, Don-Jon Raskin, fino alla miniera a nord-est della città, verificando la sicurezza della zona.
Il viaggio fu tranquillo fino all’incontro con un gruppo di orchi morti assiderati: una prova del passaggio recente di Criovenn.
“Un drago bianco ci ha fatto il lavoro sporco”, commentò Don-Jon con un sorriso forzato.
Alla miniera, tuttavia, li attendeva una sorpresa: la Gang del Baffo, un gruppo di topi mannari guidati da Zeleen Varnaster, che aveva occupato il sito dopo essere stata scacciata dalla sua precedente tana: un vecchio santuario di Savras, ora infestato dagli orchi.
I mannari offrirono un patto: “Aiutateci a riprendere il santuario, e lasceremo la miniera.”
Gli eroi accettarono, partendo l’indomani verso il santuario.
Il viaggio fu serrato, e al tramonto del giorno seguente i nostri avventurieri giunsero al santuario: una rovina sacra, ora presidio orchestrato da oltre due dozzine di orchi e alcuni ogre.
La prima mossa fu eliminare la sentinella su una delle torri, aprendo così la via per un assalto combinato. La battaglia infuriò tra i resti del santuario, con la luna a illuminare lo scontro:
Elfeder evocò radici e spine per intralciare i movimenti nemici,
Tiamantha bersagliò gli ogre con frecce precise,
Arcibaldo sfruttò l’oscurità per colpire alle spalle con letali stoccate.
Uno dopo l’altro, gli avversari caddero fino a quando il silenzio tornò a regnare sul santuario. La prima parte dell’accordo era stata mantenuta: il luogo sacro era libero.