Dopo una breve pausa all’interno della cucina della fortezza, il gruppo si rimise in marcia, deciso a completare l’esplorazione di Roccadascia. La loro prossima tappa era il primo piano, da cui proveniva un inquietante mormorio che si propagava tra i corridoi, come un vento carico di lamenti.
In allerta, gli avventurieri si prepararono a ogni evenienza. Avanzando verso la fonte del suono, scoprirono che quel mormorio era in realtà un lamento di donna, un suono straziante e spettrale.
Dietro l’angolo li attendeva Vyldara, un tempo ambasciatrice, caduta in disgrazia per le sue malefatte e tradimenti. Catturata e giustiziata dal clan di Roccadascia, era tornata dalla morte come banshee, assetata di vendetta.
Fu lei a scatenare l’orrore che trasformò la fortezza in un luogo maledetto: i suoi ululati uccisero molti nani, e i loro corpi furono poi rianimati come ghoul, destinati a dare la caccia ai superstiti e a condannarli alla fuga.
Lo scontro con Vyldara fu feroce e disperato. La banshee scatenò la potenza della sua voce, un urlo capace di piegare la volontà e gelare l’anima. Ma Elfeder invocò il potere della natura per contenere l’onda di terrore, Tiamantha bersagliò il fantasma con frecce incantate e Arcibaldo approfittò delle distrazioni per colpire con precisione chirurgica.
Alla fine, l’ambasciatrice spettrale cadde, dissolvendosi in un grido finale che riecheggiò nei corridoi, poi svanì.
Con Vyldara annientata, l’esplorazione proseguì fino al bastione superiore, il punto da cui un tempo i nani difendevano la loro roccaforte. Ma il silenzio del luogo non era naturale: i personaggi si trovarono improvvisamente circondati da ragni giganti, annidati lì da chissà quanto tempo.
La battaglia fu breve ma intensa: la superiorità tattica degli avventurieri permise loro di eliminare gli aracnidi senza gravi perdite, liberando definitivamente l’ultimo settore infestato della fortezza.
Con un’ultima ricognizione, si accertarono che ogni minaccia fosse stata eliminata. Finalmente, Roccadascia era libera dall’influenza del male e pronta per accogliere, se necessario, gli abitanti di Phandalin in caso di calamità.
Il gruppo fece ritorno alla città per portare la lieta notizia:
La fortezza di Roccadascia è di nuovo un luogo sicuro.
E mentre il sole calava dietro le montagne, gli eroi potevano assaporare un raro senso di soddisfazione e pace, sapendo di aver restituito alla regione un baluardo perduto da troppo tempo.