Di ritorno a Phandalin, gli avventurieri si dedicarono alle consuete attività dopo ogni missione: rifornimenti, riparazioni dell’equipaggiamento e qualche momento di meritato riposo. Ma la quiete durò poco. La bacheca delle missioni riportava un nuovo incarico urgente:
Missione della Canonica del Sottobosco
Gli orchi, asserviti a malvagi incantatori, si erano stabiliti nei pressi del Bosco di Verdinverno ed erano stati avvistati in gran numero vicino al Casino di caccia di Falco. Gli incantatori sembravano operare da una canonica fatiscente, un luogo impregnato di oscure energie. Falco chiedeva un attacco preventivo, per stroncare sul nascere la minaccia.
Senza indugi, il gruppo si mise in viaggio verso il Bosco di Verdinverno, consapevole che il nemico stava consolidando le proprie forze.
All’arrivo, Falco li accolse calorosamente, ringraziandoli per aver risposto così prontamente all’appello. Dopo una rapida pianificazione, il gruppo si diresse verso la Canonica del Sottobosco, un tempo rifugio spirituale, ora divenuto un covo di corruzione.
Giunti nei pressi dell’edificio, notarono un branco di cinghiali selvaggi che brucavano vicino alla canonica. Il sospetto fu immediato: erano forse mutafoma devoti a Talos? Dopo un attento esame, sembravano comuni animali… almeno per il momento.
All’interno della corte della canonica, gli eroi si trovarono davanti a uno spettacolo inquietante: un albero di Gulthias, una creatura vegetale corrotta e innaturale, attorniata da altre mostruosità di legno e linfa, animate da una magia profana.
Mentre il gruppo combatteva le piante contorte, dalle ombre emerse la vera minaccia: una banda di orchi e un sacerdote di Talos, scortato da aberrazioni vegetali simili a esseri senzienti. Lo scontro fu feroce e disperato; per un momento parve che gli eroi stessero per soccombere, ma con tenacia e un colpo di fortuna ribaltarono le sorti della battaglia, abbattendo ogni nemico.
Mentre si allontanavano dalla canonica ormai purificata, un nuovo pericolo li attendeva: alcuni dei cinghiali avvistati all’inizio si trasformarono, rivelando la loro vera natura di seguaci mutaforma di Talos.
L’agguato fu rapido, ma gli eroi erano pronti. Elfeder evocò radici e rovi per intrappolarli, Tiamantha li colpì con la precisione del suo arco e Arcibaldo sfruttò la sua agilità per trovare i punti deboli degli avversari. Con qualche ferita ma senza vittime, il gruppo eliminò anche questa minaccia.
Con la Canonica del Sottobosco ripulita e gli adepti di Talos sconfitti, ogni piano oscuro sembrava essere stato stroncato sul nascere. Ma una sensazione di incertezza rimaneva:
era davvero tutto finito, o quel luogo aveva solo mostrato la punta dell’iceberg di una minaccia più ampia?