Le gallerie di Gnomenterra riecheggiavano di strani suoni e sussurri, mentre i nostri eroi avanzavano tra torce tremolanti e la tensione di un luogo in cui il nemico può assumere qualsiasi volto. Con una miscela di astuzia, intuito e fortuna, il gruppo riuscì a stanare il mutaforma nascosto tra i cunicoli e a neutralizzarlo rapidamente, ponendo fine alla minaccia che aveva seminato paura tra gli gnomi.
La notizia portò pace e stabilità immediata: i due sovrani, Gnerkli e Korboz, liberarono un sospiro di sollievo e decisero di ringraziare gli eroi non solo con ospitalità regale, ma anche con alcuni dei loro ingegnosi marchingegni: dispositivi magici e meccanici frutto dell’abilità degli gnomi delle rocce. La sera si concluse con un banchetto improvvisato, brindisi e un raro momento di distensione.
All’alba, dopo aver fatto provviste e salutato i loro nuovi alleati gnomici, gli avventurieri ripartirono verso Phandalin per consegnare la ricevuta della missione completata. Non ebbero però molto tempo per riposare: Harbin Wester aveva un nuovo incarico per loro.
La Missione dell’Accampamento dei Boscaioli prevedeva il trasporto di provviste verso un accampamento nel Bosco di Verdinverno, gestito dal fratellastro del borgomastro, Tibor Wester. Il viaggio richiedeva due giorni di cammino, conducendo il gruppo nelle profondità di una foresta fitta e primordiale, dove l’aria portava l’odore resinoso dei pini e l’eco lontana del fiume.
Fu proprio all’ingresso della foresta che i nostri eroi si imbatterono in uno strano cinghiale, un incontro che ben presto rivelò la sua vera natura: una mezzorca mutaforma, devota al terribile dio Talos. Un oscuro presagio di ciò che li attendeva.
Quando finalmente raggiunsero l’accampamento dei boscaioli, lo trovarono deserto e inquietantemente silenzioso. La perlustrazione portò a un unico incontro: Tibor Wester, il fratellastro del borgomastro, visibilmente spaventato, che si rifugiò di corsa dentro una delle baite.
Non ci fu tempo per discutere. Dal terreno circostante emersero mostruose creature insettoidi, predatori provenienti dalle profondità del sottosuolo. Nella confusione, Tibor tentò una fuga disperata, ma la sua corsa si concluse tragicamente nelle fauci di una di quelle bestie. Il gruppo reagì con prontezza, abbattendo due delle creature, ma l’incubo era tutt’altro che finito.
Altri mostri sciamarono fuori dal sottosuolo, costringendo il gruppo a rifugiarsi sul tetto della baita in cui Tibor aveva cercato scampo.
Il legno scricchiolava sotto i loro passi mentre, nel silenzio successivo, le creature si acquattavano nel sottosuolo, in attesa del momento giusto per colpire.
Il Bosco di Verdinverno si era appena rivelato un luogo dove la morte si muove sotto la superficie, silenziosa e implacabile.