Mentre la Battaglia di Ghalasine infuria all’esterno, gli Agenti del Caveau fanno irruzione nella sala del cuore, dove il re Jahergo è stato trasformato in un colossale costrutto animato dal potere di Krokulmar. L’unico modo per fermare il rituale è restituirgli il cuore, a costo della vita. Nel caos di distorsioni temporali e piogge di fuoco, il gruppo affronta la prova suprema: trattenere il re, resistere alle orde del vuoto e riportare la luce nel suo petto. Alleati e nemici si intrecciano in un ultimo, disperato scontro che deciderà le sorti di Faerûn.
Il fragore della battaglia rimbomba alle loro spalle quando il gruppo – Khùm, Lamaca, Emy, Merean e Anistirc – si lancia nei corridoi anneriti del castello. Le mura trasudano ombra, e ogni passo sembra più pesante del precedente.
La sala del cuore è vicina, ma l’aria si distorce. Un boato scuote le volte: un attimo prima sono nella sala, travolti dall’imponente figura del re, ora trasformato in costrutto; un attimo dopo si ritrovano di nuovo all’ingresso del corridoio, intatti, come se nulla fosse successo. Una Distorsione Temporale, frutto del potere di Krokulmar, piega la realtà.
Gli eroi serrano i denti. Non c’è altro tempo da perdere.
Questa volta sono pronti.
Anistirc, Merean e Lamaca si sparpagliano, puntando al cuore che batte ancora, nascosto fra le rovine della sala.
Emy, mutata in un enorme gorilla, si getta sul Re per bloccarlo.
Khùm solleva lo scudo e si piazza alle sue spalle, deciso a proteggerla a costo della vita.
Il re-golem si muove come un uragano: travolge Anistirc e Merean, scaraventandoli via con un colpo d’avambraccio. Lamaca, grazie al volo, evita l’impatto, ma l’onda d’urto la sbalza contro le colonne.
Dal soffitto cade una pioggia di fuoco: Charmayne Oltregiorno e Nixylanna Vidorant riversano incantesimi devastanti. Ma Vajra, con il Bastone Nero in pugno, si frappone: onde d’ombra e luce collidono, l’eco delle loro magie fa tremare la città.
Intanto, i Cognoscenti di Adrisa Carimorte alzano un sigillo: rune argentee che avvolgono gli agenti, donando loro resistenza al necrotico e forza d’animo contro la paura. Per un istante, i cuori dei nostri eroi battono all’unisono, sollevati dal peso della disperazione.
Emy stringe il re nella sua morsa bestiale. Ogni fibra del suo corpo urla, le ossa scricchiolano, ma non molla. Alle sue spalle, un sussurro letale: Quentin Manolesta, lama avvelenata pronta a colpire.
Prima che possa assestare il colpo, una figura si frappone: Verity Kye. La lama la trapassa. Il suo corpo crolla, e con l’ultimo respiro salva Emy. Non c’è tempo per piangerla: la battaglia divora ogni istante. Emy non scoprirà mai che Verity era sua sorella.
Quentin scompare nell’ombra, come se non fosse mai stato lì.
Le mura tremano: l’Occhio di Krokulmar nel cielo si dilata per l’ultima volta, poi si dissolve in un lampo. La gravità torna normale, ma un’intera sezione del castello crolla, trascinando con sé la sala del cuore.
Emy, con le ultime forze magiche, ammortizza la caduta sua e di Khùm. Lamaca, sfruttando il volo, afferra Merean e Anistirc, e insieme atterrano fra le macerie, stremati ma vivi.
La polvere si posa. Il cielo si apre di nuovo alle stelle. Le armate nemiche superstiti fuggono in preda al panico. La battaglia di Ghalasine è vinta.
Fra i cadaveri e le rovine, i superstiti si cercano con occhi disperati. Non tutti sono rimasti in piedi. Adrisa, Varrin, Vajra… ognuno ha pagato un prezzo, ma la breccia è stata chiusa.
Khùm, con lo scudo benedetto ancora saldo, alza lo sguardo furioso. C’è un nome che brucia sulle sue labbra: Quentin Manolesta. Non ci sarà pace finché non avrà trovato vendetta.
Il mondo è salvo, per ora. Ma le ombre del Caos non muoiono mai davvero.
Quando le porte si chiusero e il fragore della battaglia si spense, rimasero soltanto silenzio, luce e memoria. L’eco dell’impresa si diffuse come un sussurro tra le corti, le taverne e i sotterranei dimenticati di Faerûn. I nomi degli Agenti del Caveau Aureo erano ormai leggenda.
Il re Jahergo, restituito alla vita e alla sua umanità, offrì al gruppo un vasto territorio nel regno di Ghalasine, in segno di eterna gratitudine. Salvando il suo cuore, avevano salvato anche l’anima del suo popolo. La città tornò lentamente a vivere e ogni anno, nello stesso giorno, si celebra la Festa del Ritorno del Cuore. Durante i lavori di ricostruzione fu rinvenuto un mandolino intarsiato: rimesso al suo posto, pose finalmente fine al tormento di una povera anima inquieta.
Nella battaglia finale, Vajra Safahr attinse al pieno potere del Bastone Nero, e l’artefatto reclamò la sua anima. Alla sua “sorella”, Meera, lasciò la libertà di vivere una vita che lei non poté mai scegliere. Il lascito fu raccolto da Adrisa Carimorte, che divenne il nuovo Bastone Nero di Waterdeep. I Cognoscenti Esoterica, privi di guida, rimasero sospesi tra incertezza e rinnovamento: forse un giorno sarebbero state Emy e Lamaca a condurli.
Varrin Spaccascure e il suo clan giurarono eterna fratellanza agli eroi, “valorosi come dei nani”. Khùm fu accolto ufficialmente nel clan, celebrato con birra, danze e l’onore dell’iscrizione negli archivi nanici. Gli svirfneblin di Passo Serrato tornarono alla vita sotterranea, portando sulle spalle la perdita di Ignus, il loro inventore. Anistirc, segnato ma vivo, partì invece per una nuova missione personale: tentare di riconquistare i sentimenti di Daereth Dattilo.
A Waterdeep si tennero funerali solenni per i paladini dell’Ordine del Guanto d’Arme, caduti durante la battaglia, incluso Sir Shamash. La famiglia Delphi, segretamente, iniziò a finanziare le operazioni del Caveau Aureo, decisa a impedire che orrori simili si ripetessero. Grazie a questo sostegno, e all’aiuto del sergente Cromley, Merean poté tornare alla sua tranquilla vita da mercante, lontano da altre guerre.
Samphith Barbadoro non sopravvisse. Alcuni dicono che nell’aldilà continui a discutere con Vidorant, come ai vecchi tempi. La Società delle Dita Argentee si frantumò: forse era giusto così. Di Quentin Manolesta non rimase traccia. Alcuni giurano di averlo visto fuggire, altri parlano di un corpo inghiottito dal caos. Una cosa sola è certa: il suo nome non si sentirà più, almeno per ora.
Verity Kye morì proteggendo Emy, senza mai rivelare il suo legame di sangue. Fra i pochi oggetti lasciati: un ciondolo identico a quello dell'incantatrice e frammenti di documenti incompleti, mai decifrati del tutto.
Il tempo passò. Le ferite si rimarginarono, e la vita riprese il suo corso. Sembrava finalmente pace.
Finché un giorno, in una locanda imprecisata, fu recapitata una chiave dorata.
«Salve, agenti. Sono Aurinax, il vostro drago d’oro di fiducia. Ora che avete respinto una minaccia extraplanare e scongiurato l’Apocalisse, mi aspetto grandi cose da voi. Nella prossima missione, dovrete…»
L’esito delle missioni, soprattutto dell’ultima, non era affatto scontato. Krokulmar è stato respinto, i suoi cultisti annientati… ma il prezzo è stato altissimo. Molti tra gli alleati sono caduti, e il ricordo delle loro gesta vivrà a lungo nei racconti di chi è rimasto.
Alcuni dicono che non esistano. Altri che siano solo un mito raccontato dai ladri per spaventare altri ladri. Ma quando un artefatto scompare da sotto il naso del più potente dei tiranni… c’è una buona probabilità che il Caveau Aureo abbia colpito ancora.