La Collina della Luna Scarlatta giace in rovina, ma sotto le sue ceneri qualcosa continua a bruciare.
Nelle viscere della montagna, tra le sale dimenticate di Tyar-Besil, il Culto della Fiamma Eterna prepara un rituale capace di ridurre in cenere l’intera valle del Dessarin.
Gli eroi, reduci dalla vittoria, sanno che quella in superficie era solo la prima battaglia.
Da giorni inviano dispacci a Waterdeep, avvertendo le fazioni che la vera minaccia si nasconde sotto la collina, dove la pietra suda calore e il respiro del fuoco non si spegne mai.
Le risposte tardano, ma infine giungono.
Non ci sarà un esercito, né un attacco dichiarato: solo un intervento segreto, condotto da pochi, nel silenzio e nel fumo.
La guerra contro la Fiamma Eterna sta per spostarsi nel cuore della terra.
All’alba, tra la nebbia e i resti anneriti della collina, si raduna un contingente scelto: agenti degli Arpisti, del Guanto d’Arme, dell’Alleanza dei Lord e dell’Enclave di Smeraldo.
Sono giunti in segreto, senza vessilli né proclami, rispondendo agli appelli del gruppo.
L’intervento è non ufficiale, ma ogni volto porta la stessa determinazione: fermare il culto prima che l’intera valle diventi un rogo.
Nel campo, tra mappe carbonizzate e bracieri morenti, si stabilisce un piano.
Gli avventurieri si infiltreranno nel tempio travestiti da sacerdoti e guardiani del culto;
uno di loro, impossibile da mascherare, fingerà di essere un prigioniero destinato al sacrificio;
una volta individuata la fonte del potere elementale, dovranno collocarvi una pietra runica in grado di aprire un varco per le forze alleate.
Quando la pietra sarà attivata, il contingente in superficie scenderà nelle profondità di Tyar-Besil per l’assalto finale.
Nessuna gloria, nessuna promessa di ricompensa — solo il dovere, e la speranza che la fiamma possa essere spenta.
Gli eroi si calano nel passaggio nascosto che conduce alle rovine di Tyar-Besil, dove antiche sale naniche sono divenute santuari di fuoco e follia.
Le gallerie ribollono di calore, le pareti pulsano di rune incise nella cenere, e i fanatici della Fiamma Eterna pregano davanti a forni accesi come soli.
Con passo lento e parole studiate, il gruppo attraversa elementali minori, guardiani incappucciati e catene incandescenti, fino a raggiungere le celle dei sacrifici.
Il “prigioniero” viene consegnato, mentre gli altri raccolgono frammenti di informazioni su Vanifer, la profetessa del culto.
Ma non tutto resta nascosto: un uomo dal volto segnato li affronta tra i vapori del magma.
“Volete la testa di Vanifer? Vi dirò dove trovarla… ma in cambio voglio solo ciò che le appartiene.”
Accettato il patto, gli eroi raggiungono l’area delle forge, il cuore stesso del dominio della Fiamma Eterna.
La temperatura cresce a ogni passo: il suolo vibra, l’aria è densa di fumo e l’odore di metallo incandescente riempie i polmoni.
Davanti a loro si apre una fonderia immensa, illuminata da colate di lava che scorrono lungo le pareti per riversarsi in vasche di bronzo.
Scintille e vapori si alzano fino al soffitto a cupola, scomparendo nei condotti d’aerazione.
Due passerelle dominano la sala dall’alto, dove cultisti armati sorvegliano salamandre e azer intenti a forgiare armi per il culto.
Un pirotecnico dirige il lavoro con voce ferma, mentre gli schiavi umani si muovono sotto la minaccia di catene roventi.
È qui che gli eroi scelgono di agire.
Tra il clangore dei martelli e il ruggito della fornace, posizionano la pietra runica sul basamento di ferro e tracciano i simboli rituali attorno ad essa.
La gemma comincia a vibrare, rispondendo al potere elementale che impregna l’aria: la luce si fa sempre più intensa, il suolo trema, e il ruggito delle fiamme si trasforma in un unico battito, come un cuore che si risveglia.
Ma l’attivazione richiede tempo.
Per guadagnarlo, gli eroi danno il segnale: le celle si spalancano una dopo l’altra.
Dalle prigioni laterali emergono salamandre in catene, azer carbonizzati dal lavoro e schiavi umani coperti di fuliggine.
Per un istante c’è silenzio — poi, come se la fornace stessa respirasse rabbia, l’intera fonderia esplode nel caos.
Le salamandre si rivoltano contro i loro sorveglianti, armi incandescenti nelle mani; gli azer rovesciano le vasche di metallo fuso, e colate ardenti si riversano sulle passerelle dei cultisti.
Urla e clangori si fondono al sibilo della lava che divora il pavimento.
Il pirotecnico tenta di ristabilire l’ordine, ma la sua voce è soffocata dal frastuono e dal fumo.
In pochi istanti, il tempio intero è in subbuglio: nessuno sa più chi sia alleato o nemico.
Gli eroi si dispongono in cerchio attorno alla pietra, pronti a difenderla a ogni costo, mentre la fonderia fra poco si trasformerà nel campo di battaglia.
A breve i fanatici del culto accorreranno, e tra fuoco e fumo comincerà la lotta per la sopravvivenza.
La battaglia nel Tempio della Fiamma Eterna sta per cominciare.
La pietra runica pulsa al centro della fonderia mentre gli eroi stringono il cerchio difensivo, circondati da fumo, clangori e il ruggito instabile del metallo incandescente.
Le gallerie ribollono di nemici in arrivo: sacerdoti, guardie, piroclasti e sorveglianti del culto che avanzano tra i mephit del fumo, i quali inghiottono la sala in sbuffi opachi e soffocanti.
La rivolta degli schiavi si scontra con le linee cultiste, ma il caos è totale: salamandre in catene e azer sfiniti dal lavoro rovesciano vasche di metallo fuso, e colate ardenti si riversano sulle passerelle alte, investendo le posizioni dei fanatici.
È allora che il terreno vibra.
Un ruggito multiplo lacera il fumo, e dalle gallerie laterali irrompe la chimera, addestrata per l’annientamento totale degli intrusi.
Metà del gruppo le si lancia incontro per bloccarla prima che raggiunga la pietra, mentre il resto difende il cerchio rituale tra colpi di martello, grida e brandelli di fiamme che cadono dal soffitto.
Ma la sorpresa peggiore emerge dal cuore della rivolta: un’imponente figura di brace e ottone avanza tra i vapori del magma.
L’efreeti schiavista, signore della fonderia, comprende in un istante l’entità del tradimento e scatena tutta la sua furia elementale contro gli eroi.
Fiamme verdi, catene roventi e venti incandescenti si scontrano con lame, incantesimi e preghiere, mentre la pietra vibra al limite della sua capacità.
Lo scontro infuria tra detonazioni e morsi di lava.
La chimera cade con un tonfo che fa tremare le passerelle, e l’efreeti, sconfitto, viene ricacciato nel suo piano d’origine in un vortice di fuoco e cenere.
Per un istante, nella fonderia devastata, regna solo il crepitare delle colate incandescenti.
Poi la pietra runica si illumina.
Un fascio accecante squarcia il fumo, e il portale si apre come una finestra sulla superficie: dall’altra parte appare il contingente delle fazioni, uniti per la prima volta contro la Fiamma Eterna.
Paladini, agenti, ranger e maghi irrompono nel tempio e si disperdono nei corridoi, pronti a sigillare ogni via di fuga e a riconquistare le sale naniche.
Il comandante ordina di curare il gruppo, ma non concede tregua.
La fonderia è caduta, ma la guerra no: nelle profondità ancora inesplorate, Vanifer attende con i suoi luogotenenti.
Spetta agli eroi inoltrarsi nel cuore più oscuro della città nanica e porre fine alla Fiamma Eterna prima che il suo ultimo rituale possa incendiare l’intera valle.
Durante l’età del regno nanico di Besilmer (-4420 CV), questa sezione di Tyar-Besil costituiva il cuore artigianale e industriale della città. Le sale ospitavano immense fucine, officine metallurgiche e canali di lava controllata, che fornivano calore costante per la lavorazione dei metalli e delle pietre preziose. Qui venivano forgiate armi, armature e ornamenti destinati ai signori di Besilmer, grazie a un sistema di condotti vulcanici e mantici a pressione che i nani ritenevano un dono degli dei della fucina.
Le pareti erano incise con runiche preghiere a Moradin e ricoperte di rame e oro battuto per riflettere la luce delle fiamme. Alcune sale fungevano anche da templi dedicati al Fuoco Creatore, simbolo della vita che forgia e purifica, non ancora corrotto in potere distruttivo. Quando il regno cadde sotto gli assalti di troll e giganti, le fonderie furono abbandonate: i flussi di magma si spensero, le gallerie crollarono e le grandi forge tacquero, lasciando dietro di sé solo cenere, metallo fuso e statue annerite di antichi artigiani.