Dopo la missione a Sensa, i personaggi si concedono una serata di pausa nella Cittadella Radiosa. Scegliere “Il Pasto Alimentale”, la taverna gestita dai quattro elementali liberati, sembra un’idea bizzarra ma rilassante: piatti sospesi nell’aria, vapori profumati, scodelle che arrivano a tavola trasportate da correnti d’aria controllate.
Eppure, qualcosa stona. Gli elementali appaiono nervosi, come se avvertissero vibrazioni lontane e sconosciute.
La tregua dura poco.
Un messaggero della Corte arriva al loro tavolo: gli Araldi li convocano nella Riserva degli Antenati.
Nell’anfiteatro illuminato dal Diamante Aurorale, l’Aralda di Tletepec espone la crisi: eruzioni imprevedibili, scosse violente, spiriti vulcanici fuori controllo. Creature di fuoco hanno cominciato ad attaccare i viaggiatori e le comunità non riescono più a mantenere i rituali che regolano la vita attorno al Monte di Giada.
Serve aiuto immediato.
I personaggi accettano la missione e la Gemma della Concordia viene attivata.
Il calore di Tletepec li avvolge appena atterrano: un’aria pesante, tagliente di cenere e zolfo. Non lontano da Etizalan, il gruppo assiste al primo segno della catastrofe: due salamandre e un serpente di fuoco stanno attaccando tre viaggiatori terrorizzati. I personaggi intervengono, li salvano e ricevono testimonianze drammatiche: scosse sempre più intense, colonne di fumo inattese, spiriti silenziosi da giorni.
Etizalan conferma ogni parola. Case lesionate, templi incrinati, famiglie accampate all’aperto: l’intera comunità vive sospesa, in attesa del prossimo disastro. I Guardiani delle Ceneri non riescono più a leggere i segnali della montagna e molti indicano una sola direzione possibile per capire cosa stia accadendo: Xoxotla, più a nord.
Il viaggio verso Xoxotla è quasi un attraversare un campo di battaglia naturale: frane recenti, vapori bollenti che emergono come sibili, crepe incandescenti sul sentiero. Xoxotla offre un po’ di ristoro, ma soprattutto nuove informazioni: molte creature elementali sono state viste dirigersi verso il Portale dell’Illuminazione, il santuario sacro che si apre nelle viscere del Monte di Giada.
All’alba, mentre lasciano la cittadina, qualcuno li aspetta sul ciglio della strada.
È Ollin, tiefling dai pigmenti rossi e turchesi, artista itinerante e spirito libero. Sta andando verso il Monte di Giada per capire cosa stia turbando gli spiriti della sua terra.
Si unisce al gruppo, deciso ad accompagnarli pur rimanendo rispettoso dei loro passi.
La torre dell’Osservatorio si staglia come un occhio antico rivolto al vulcano. Dentro regna il caos: crepe nel pavimento, strumenti danneggiati, Guardiani delle Ceneri esausti e tesi.
Dalle incisioni sulle pareti e dalle parole dello studioso Tonalli emergono i punti chiave:
– uno spirito primordiale, un tlexolotl chiamato Izel, si è risvegliato
– le salamandre stanno raccogliendo offerte per lui
– Izel vuole risvegliare altri tlexolotl
– i guerrieri di Etizalan, inviati al Portale dell’Illuminazione, non sono tornati
– tutta l’attività recente proviene dal Monte di Giada
Il gruppo riparte, accompagnato da Ollin, verso il cuore della crisi.
Il sentiero che conduce al Monte di Giada è scosso da scosse continue. È lì che un’ombra gigantesca emerge dal bagliore del magma: Xocopol, un enorme gigante del fuoco.
Dopo qualche istante di tensione, Xocopol parla: lo spirito del vulcano si sta muovendo, il Monte di Giada è instabile e le salamandre stanno portando offerte a una creatura potente nelle profondità del santuario.
Vorrebbe sapere di più, ma la sua mole gli impedisce di entrare nel Portale.
Il gigante li lascia passare con un monito: «Se il grande dormiente sale, la montagna non reggerà.»
Ollin tace. Qualcosa nelle parole della creatura sembra colpirlo profondamente.
Il Portale dell’Illuminazione è una caverna sacra, scolpita nella roccia viva, illuminata da filamenti di magma che pulsano sotto il pavimento. Le prime sale sono presidiate da salamandre e serpenti di fuoco, che il gruppo affronta e supera.
Nelle camere successive trovano i quattro guerrieri scomparsi di Etizalan, incatenati ma vivi: Izel, affascinato dagli umanoidi, li ha risparmiati.
Oltre il santuario, una rampa scende fino alla caldera.
Lì, nel cuore della montagna, li attende la verità.
Il magma ribolle come un mare vivo.
Dal suo centro emerge Izel, enorme, luminoso, confuso. Le sue pinne incandescenti tagliano l’aria con ogni movimento.
Parla in Ignan, con toni incerti, e subito è evidente che non vuole distruggere: vuole chiamare gli altri tlexolotl, risvegliarli, perché teme di essere rimasto solo.
I personaggi colgono solo frammenti del suo linguaggio.
È Ollin a intervenire.
Il tiefling ascolta, traduce, risponde con calma.
Parla a Izel come si parla a una creatura ferita nell’animo, spiegandogli ciò che i personaggi stanno cercando di dire.
Più la conversazione procede, più Ollin comprende la solitudine di Izel, il suo bisogno di compagnia, la sua paura profonda.
Poi guarda il gruppo, e prende la decisione:
«Credo che rendere felice Izel sia importante quanto salvare Tletepec.
Resterò qui.
Terrò Izel compagnia, gli impedirò di sentirsi solo… e così non avrà più bisogno di risvegliare gli altri.»
Sorride, con quella sua leggerezza disarmante.
«E poi… non mi dispiace avere un pubblico regolare.»
Izel ascolta.
E si calma.
Le onde di magma si ritirano e la montagna smette di fremere.
Quando Izel si placa, un silenzio profondo pervade la caldera. Gli spiriti minori si raccolgono attorno a lui come piccole scintille felici.
Con il grande tlexolotl tranquillo e nessuna nuova offerta lasciata nei vulcani della regione, l’intero ciclo viene spezzato:
le salamandre e i serpenti di fuoco, privi di ordini, si dissolvono nel calore e ritornano al Piano del Fuoco.
Le scosse cessano.
Le minacce vulcaniche scompaiono.
Il viaggio di ritorno verso Etizalan è incredibilmente pacifico:
nessun tremore, nessuna creatura elementale, nessun fumo minaccioso.
Quando il gruppo arriva, trova la cittadina già in festa.
Ameyali corre incontro agli avventurieri, incredula nel sentire che la montagna tace.
Il cielo, per la prima volta da giorni, è limpido.
A Tletepec, almeno per ora,
la pace è stata ripristinata.
Regione vulcanica forgiata dalla ciclica unione dei due Dei Gemelli: la Fiamma e la Tempesta.
La popolazione vive alle pendici del Munthreki, mantenendo un rapporto sacro con la distruzione rigeneratrice.
Cultura e Società
Ogni villaggio conserva guardiani rituali e tradizioni che celebrano l’alternanza tra combustione e rinascita. La comunità è più importante dell’individuo: ogni vita è parte del patto con il vulcano. Il concetto di sacrificio permea ogni gesto e ogni storia familiare.
Economia
Ossidiana sacra, metalli temprati dal calore del vulcano, pigmenti ricavati dalla cenere, agricoltura su terreni rigenerati dalle eruzioni. Produzione ridotta all’essenziale: qui tutto serve prima al vulcano, poi al commercio.
Creature ad Aurore Elementale
I Texolotl, spiriti sacri che incarnano l’equilibrio tra i Gemelli, sono considerati presagi viventi. Quando guidano la tempesta e il fuoco verso l’armonia, Tletepec prospera.
Quando fuggono… il disastro è imminente.
Identità
Il popolo si definisce coloro che camminano sul fuoco: coraggiosi, uniti e consapevoli che ogni giorno è un dono strappato alla montagna viva.